2090128167685128 Eredità: gli oggetti che ci raccontano storie
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  • Immagine del redattoreNina Ferrari

Eredità: gli oggetti che ci raccontano storie


Quanto tieni a quell'orologio che ti aveva regalato tuo padre? O al medaglione o all'anello, che un tempo portava tua madre e che oggi sfoggi, con cautela o delizia? Che ne è stato del cappello del nonno, che lo caratterizzava così tanto dandogli proprio l'aria inconfondibile di nonno? Per non parlare della vecchia casa che oggi abiti e in cui hai conservato qualche dettaglio che ti rimandi ai tuoi antenati: quasi non ci fai caso, ma, quando ci pensi, ti sale la commozione.

oggetti di famiglia perché tenere - storie - identità - eredità

Questi sono tutti supporti di memoria, a cui ti accompagni perché ti piacciono oppure perché per te hanno un significato, ma che nella vita quotidiana vivi con naturalezza, perché ti appartengono. Ti circondano come l'aria e il disordine, ma in silenzio continuano a ricordarti da dove provieni, a volte anche dove stai andando. E, se dovessi scegliere cosa salvare del tuo ambiente se proprio fossi costretto a farlo, forse sarebbero precisamente questi oggetti a venire con te. Come gli album delle fotografie o le vecchie lettere della tua adolescenza o, ancora, la copertina di quando tuo figlio era piccolo. Perché?

Questi oggetti non solo parlano di te, ma vanno oltre, e rimandano a qualcosa di più grande. Alle tue radici, alla tua identità, alla storia che ti rappresenta e che hai in comune con altre persone, le tue persone, la tua famiglia. Sono oggetti, ma solo in apparenza: sono molto di più, perché dietro hanno una storia, un gesto, un portamento, un'immagine che ti fa stare bene perché ti racconta chi sei. Ogni volta in cui il tuo occhio si sofferma - per davvero - su ognuno di essi, fantasia e memoria portano a galla un'ondata di sentimenti che viene da lontano e che ti riporta a una dimensione distante dal qui e dall'ora. Spesso fanno riemergere storie che incarnano un esempio di comportamento a cui nella vita potresti ispirarti. Magari non sempre ci riesci - le circostanze sono così diverse oggi - ma evocano un'immagine che porti sempre con te.

Il punto è che questi oggetti sono importanti perché le narrazioni che richiamano sono importanti. Dimenticata la memoria legata a essi, diventano materiale per i mercatini delle pulci. Il legame che sono capaci di instaurare tra le generazioni dipende dal fatto che qualcuno sia stato in grado di raccontarlo, di conservarlo e tramandarlo. Ovvero, che vi siano state una o più persone in grado di trasferire quell'eredità di storie e radici da un tempo passato a un tempo presente, in modo che a un gruppo familiare venga data una continuità che possa protrarsi anche nel futuro (se questo argomento vi interessa, vi consiglio di leggere questo articolo: in cui vi racconto perché i bambini - e le loro famiglie - che conoscono le loro radici sono più capaci di affrontare le difficoltà - sono, dunque, più felici).

Gli oggetti sono importanti, se sanno parlare. Ma ancora più importanti lo sono le storie a loro legate. Radicate nella parola e nella memoria, esse sono effimere come il vento, ma, quando vengono piantate nell'immaginario di qualcuno, fioriscono in un'identità che è più difficile tradire. Per questo abbiamo bisogno di storie. Per avere una base solida da cui partire per poter andare avanti, sempre avanti.

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