2090128167685128 La possibilità del futuro si basa sui ricordi?
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  • Immagine del redattoreNina Ferrari

La possibilità del futuro si basa sui ricordi?


immaginare il futuro - ricordi - psicologia - Il Tuo Biografo - riflessione

Immagina il futuro. Il tuo futuro, domani o tra dieci anni. Prova a programmare una cena per la prossima settimana e rifletti su quante funzioni stai mettendo in moto per ottenere questo semplice risultato. Logica, immaginazione, memoria. Memoria del passato? Per poter immaginare un momento futuro? Ebbene sì.

Per pensare il futuro abbiamo bisogno di rifarci a modelli di riferimento che già sono dentro di noi, e questi modelli non possono che derivare dalla memoria delle nostre esperienze passate e dall'elaborazione simbolica che ne abbiamo fatto.

Torniamo all'organizzazione della cena: quale ricetta presentare agli ospiti? Quali piatti hanno avuto già successo in passato? Chi ha già apprezzato uno dei nostri manicaretti? E chi vorremmo fosse seduto al nostro tavolo? Ecco che attraverso la memoria del passato, e una sua elaborazione, possiamo pensare a eventi futuri e programmarli. Persino per quanto riguarda questioni di poco conto come un invito a cena.

Sono diversi gli studiosi che si sono cimentati in ricerche che hanno corroborato proprio questa tesi, cioè che i ricordi personali siano uno strumento necessario per poter elaborare il futuro: da Endel Tulving dell'Università di Toronto a Daniel Schacter dell'Università di Harvard, gli psicologi che si sono soffermati sulla memoria autobiografica in relazione alla proiezione di ciò che ha ancora da venire sono diversi, e tutti concordano sul fatto che per immaginare il futuro sia necessario saper ricordare il proprio passato.

Chi infatti per diverse ragioni è affetto da amnesia (parziale, magari a causa di un trauma esistenziale, o totale, a causa di sindromi come quella di Alzheimer, di cui vi ho parlato in questo articolo), ha molte più difficoltà a vedere se stesso come un essere dotato di un'identità coerente: privato dunque della propria memoria autobiografica, di esperienze con cui confrontare la possibilità del futuro, ma anche delle elaborazioni simboliche legate a quelle memorie, perde anche la capacità di immaginarsi proiettato in un futuro possibile. Perché non ha a disposizione né un'identità da proiettare né elementi di confronto con cui potersi immaginare.

L'immaginazione deve pur attingere a qualcosa e persino una fantasia irrealizzabile deve basarsi su una qualche forma di ricordo. Ricordo del possibile o dell'impossibile, del verosimile o dell'incredibile, ma comunque immagine impressa nella memoria nel corso della propria esistenza grazie a esperienze, in seguito elaborate, che permettono che esista la fantasia e dunque anche la possibilità di un futuro. Perché in fondo le nostre radici ci permettono non solo di sapere chi siamo, ma anche di andare avanti. E di immaginare il progresso, l'assurdo, il possibile.

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