2090128167685128 Essere se stessi, secondo Søren Kierkegaard in "Aut-Aut"
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Essere se stessi, secondo Søren Kierkegaard in "Aut-Aut"


frasi - citazione - essere se stessi - Aut-Aut - Kierkegaard

«La grandezza non consiste nell'essere questo o quello, ma nell'essere se stesso, e questo ciascuno lo può se lo vuole»

Søren Kierkegaard

Aut-Aut

Søren Kierkegaard (1813-1855) fu un filosofo danese, considerato oggi uno dei padri dell'esistenzialismo. La sua vita fu per lo più priva di eventi notevoli, anche se quella interiore fu caratterizzata dal tormento intellettuale e spirituale e da un isolamento spesso anche autoimposto, soprattutto per quanto riguarda gli affetti. Educato severamente dal vecchio padre, Kiekegaard fu sempre consapevole del senso del peccato che portava dentro di sé. Nel corso di tutta la sua vita mostrò un'incapacità di scegliere tra una vita tra gli uomini o una vita per dio e proprio questo lo portò a concepire un pensiero filosofico diverso, straziato, innovativo, capace di restituire ancora oggi un'intensità straordinaria.

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Un esempio lampante dell'immobilismo esistenziale del filosofo danese è rappresentato dal suo tormentato amore platonico per Regina. Nonostante fosse ricambiato, e lei desiderasse sposarlo, Kierkegaard la lasciò libera di legarsi a qualcun altro. In seguito alla rottura del fidanzamento, per Kierkegaard iniziò un periodo di studio e di scrittura febbrile, nel quale portò a termine i suoi saggi più importanti, tra cui anche Enter-Ellen (in italiano: "Aut-Aut" ), da cui è tratta la citazione che introduce questo post.

Secondo il filosofo danese, la vita dell'uomo è scandita da tre modi diversi di esistere al mondo, che tra loro però si escludono l'un l'altro. Sebbene una persona possa vivere in un dato momento solo in uno stadio alla volta, non è detto che nel corso della sua vita non progredisca da uno all'altro: questi tre modi d'essere sono quello della vita estetica, quello della vita etica e quello della vita religiosa.

In Aut-Aut, probabilmente il testo più fondamentale tra quelli dell'autore, viene discusso il passaggio dalla vita estetica alla vita etica. La vita estetica, rappresentata perfettamente dalla figura del seduttore, è quella dell'uomo sciolto da ogni impegno, che vive nell'istante cercando unicamente la soddisfazione immediata del proprio piacere. Tuttavia chi vive secondo questa modalità ad un certo punto della sua esistenza non può che incorrere nella noia, perché, non desiderando mai davvero niente che richieda un progetto o dell'impegno, finisce per essere indifferente nei confronti di tutto: e questo non può che condurre alla disperazione.

Proprio per evitare questo, l'esteta può decidere di cambiare la propria esistenza, optando per una vita etica: può cioè vivere secondo ideali sociali come la responsabilità, la vita familiare, l'abnegazione per il lavoro o l'impegno politico; non a caso, l'uomo etico è incarnato perfettamente dalla figura del marito. La persona che vive nello stato etico è guidata da un senso del dovere che viene di volta in volta rinnovato in ogni campo della vita, dalla fedeltà a un ideale in cui si riconosce e che applica a ogni circostanza. Tuttavia, anche in questo caso, può capitare che la vita dell'uomo etico ricada nell'insoddisfazione, ovvero in questo caso nel conformismo, e che dunque non riesca a vivere totalmente la realizzazione della propria libertà come individuo.

La persona che desideri superare quest'impasse spirituale potrà scegliere di convertire la propria vita allo stadio successivo, quello religioso: ma, per fare questo, dovrà farsi ispirare dal libro successivo di Kierkegaard, ovvero Timore e Tremore.

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